NARRARE PER GENERARE ALTERNATIVE

Ennio Ripamonti, Davide Boniforti

Nel 1966 Peter Berger e Thomas Luckmann pubblicano La realtà come costruzione sociale, uno dei saggi sociologici più importanti del XX° secolo. L’ipotesi di fondo è che la conoscenza della vita quotidiana è fondamentalmente un processo di elaborazione collaborativa tra le persone che ne prendono parte. Mediando tra percezioni diverse e apprendendo reciprocamente, la realtà nasce amalgamando i diversi significati: fatti ed eventi possono così essere letti ed interpretati attraverso le nostre chiavi culturali e cognitive, così da legittimare la quotidianità e poterla condividere. Viene a generarsi una “realtà dominante”, dove tutti gli avvenimenti collettivi convergono in un’unità coerente che include passato, presente e futuro. I membri di una società possono così considerarsi appartenenti ad una memoria e ad una struttura di riferimento che potrà continuare nel tempo. Secondo Berger e Luckmann è possibile generare delle alternative a questa realtà attraverso un processo di coinvolgimento cognitivo ed emotivo delle persone che capace di stimolare l’emersione di rappresentazioni di un futuro migliore. La costruzione di racconti condivisi e alternativi offre l’opportunità di promuovere maggior consapevolezza e auto-efficacia (sia a livello individuale che collettivo), oltre che rafforzare la motivazione a intraprendere azioni innovative, capaci di andare oltre l’orizzonte circoscritto delle (e dalle) narrative dominanti. A tal scopo abbiamo la necessità di allestire contesti e processi in grado di evitare la deriva nostalgica e contenere sentimenti di rassegnazione e di immobilismo. Nell’articolo viene descritto il metodo Future Search, che ci apprestiamo a presentare, può rappresentare uno strumento utile per accompagnare forme di progettazione sociale partecipata e intraprendente.

Per l’articolo completo (12 pagine) vai al sito della rivista Animazione Sociale 331/2019