SCUOLA DI APPRENDIMENTO ESPERIENZIALE

Metodi
Area Tematica:  Scuola

Molti anni di ricerca e sperimentazione sul campo riguardo alle forme e alle modalità dell’apprendimento ci hanno portato realizzare due edizioni di un Corso di formazione annuale teorico-pratico per formatori e insegnanti diretto da Piergiorgio Reggio. La proposta, altamente innovativa, si è basata sul alcuni principi.

In primo luogo superare i limiti della formazione centrata sull’aula, come dimensione quasi esclusiva di apprendimento degli adulti. Le persone imparano più di quanto viene loro insegnato nelle situazioni formali. L’acquisizione delle competenze professionali e personali avviene, infatti, in modo assai significativo in situazioni non formali (gruppi di lavoro e di interesse, associazioni, sindacati, opportunità formative non curricolari) e informali (lavoro, vita quotidiana, uso dei media, comunità di pratica…). Le differenti situazioni di apprendimento vengono riconosciute a livello scientifico e in importanti dichiarazioni ufficiali sulle politiche formative sia dell’Unione Europea, sia degli Stati membri. In secondo luogo adottare  una prospettiva che vede al centro non chi insegna, forma (teaching), con le proprie intenzioni, preoccupazioni, competenze ma chi apprende (learning); dal riconoscimento di questa centralità anche le modalità formative (teaching) risultano profondamente modificate. In terzo luogo nelle situazioni non formali e informali l’apprendimento si sviluppa in modo diverso dalle tradizionali situazioni formali; è centrale l’esperienza personale di chi apprende. In quarto luogo l’esperienza avviene nella vita quotidiana ma non è la stessa cosa della vita: vivere situazioni (anche stimolanti) non produce, di per sè, apprendimento. I fatti sono distinti dalle esperienze. Un fatto diviene esperienza per il soggetto se questi riesce ad attribuire a ciò che accade un significato per sè valido. Quando ciò non avviene la realtà quotidiana perde di senso; quando avviene solo per l’individuo ma non viene scambiata con altri, che non ne comprendono il significato, il valore sociale dell’esperienza è limitato ed essa difficilmente può essere riconosciuta. In quinto luogo luogo l’esperienza interrompe l’abitudine della vita quotidiana, prende le mosse da una discontinuità, da una sorpresa, da un dubbio. La formazione può essere fondata sull’esperienza.

L’apprendimento esperienziale può essere realizzato attraverso situazioni differenti: formali, non formali e informali.  Riusciamo ad imparare dall’esperienza se muoviamo le nostre energie (sensibilità, facoltà corporee, cognitive, emozionali). Non si tratta di procedure o processi meccanici ma di movimenti coordinati, che richiamano quelli del corpo. I movimenti possono essere (ri)conosciuti, aiutati, sviluppati. Si possono riconoscere movimenti fondamentali (Notare, Trasformare, Dirigere, Generare) e ausiliari (Azione, Interrogazione, Pausa, Immaginazione) (Reggio, 2009) L’esperienza può prendere le mosse da situazioni intenzionali (nelle quali il soggetto vuole apprendere qualcosa) o spontanee, non attese nè ricercate ma dalle quali emergono opportunità di apprendimenti significativi. In un caso e nell’altro le possibilità di apprendere da esperienze possono realizzarsi se il soggetto è capace di disporsi e di agire movimenti di apprendimento. L’apprendimento dall’esperienza può avvenire in modo autonomo da parte del soggetto o attraverso un’azione formativa proposta da altri. Nel primo caso si tratta di autoformazione, che richiede di sviluppare una “didattica su di sè e per sè”, una capacità autonoma di apprendere dalle situazioni e da sè. Nel secondo caso, l’apprendimento avviene attraverso specifiche didattiche esperienziali (d’aula, di gruppo, individuali, a distanza, in ambienti diversi…). Ciò riguarda le situazioni d’aula ma anche anche l’apprendimento esperienziale in situazioni non formali e informali richiede di sviluppare specifiche didattiche. In tutte queste situazioni, in modi differenti, possono essere impiegati specifici “mezzi” (media) formativi. I mezzi definiscono situazioni formative specifiche e richiedono relative competenze.

Il gruppo è un mezzo privilegiato, perchè permette esperienze di interazione, comunicazione, scambi e costruzione di significati, produzione di idee, propositi, interventi

La dimensione corporea è il mezzo principale attraverso il quale, anche nella quotidianità, viviamo le nostre esperienze. Nell’AE didattiche specifiche del corpo favoriscono tali apprendimenti: gioco, movimento, gesto.

La scena, la dimensione teatrale ed espressiva favoriscono l’elaborazione esperienziale di fatti avvenuti in passato, che avvengono sul momento e che possono essere immaginati per il futuro. Le didattiche dello psicodramma, delle maschere, del teatro sono fondate sulla valorizzazione di esperienze dirette di chi è coinvolto in formazione. Oggetti mediatori (maschere, immagini, testi) possono essere utilizzati per favorire esperienze formative

L’AE può essere favorito da un lavoro formativo poetico, trasformativo.

Gli ambienti determinano in modo significativo le condizioni dell’esperienza e le sue potenzialità formative. Alcuni ambienti – se opportunamente trattati – possono costituire “scenari” di esperienze di apprendimento: natura (montagna, mare, bosco); luoghi storici e costruiti dall’uomo: città e luoghi d’arte, musei, paesi e villaggi, monasteri; territori urbani: quartieri significativi dal punto di vista delle dinamiche sociali; servizi alla persona e progetti di intervento educativo e sociale; istituzioni: scuole, centri di formazione, istituti di assistenza